Articolo pubblicato su vita.it – 13/03/2020

Indispensabile prevedere l’assistenza obbligatoria, creare un unita’ di supporto permanente e stanziare risorse per le associazioni che stanno facendo fronte all’emergenza

Le misure di prevenzione e contenimento della diffusione del corona virus, adottate dal Governo e dalle Regioni, stanno mettendo a rischio isolamento le persone con disabilità soprattutto a causa della mancanza di volontari e di altre figure di supporto fondamentali.

Il coronavirus sta creando enormi disagi soprattutto alle persone con disabilità e loro famiglie. In Italia ci sono oltre 360 mila ciechi assoluti e oltre un milione e mezzo di ipovedenti e pluridisabili. Persone in grande difficoltà perché la disabilità non consente loro di rispettare sempre la distanza di sicurezza dagli altri e perché costrette a un autoconfinamento a casa, prive di assistenza di volontari a supporto.

Come se non bastasse, in molti casi, sono impossibilitate a svolgere lavoro da casa e lamentano forti problematiche di mobilità per recarsi sul posto di lavoro, sia per la notevole carenza di accompagnatori, sia perché a quest’ultimi, quando ci sono, viene spesso negato l’ingresso nei luoghi da raggiungere insieme alla persona accompagnata.

E’ indispensabile pertanto che venga garantita l’assistenza domiciliare per sopperire almeno alle primarie necessità di spesa alimentare, farmaci, cure o accompagnamento al lavoro (laddove non ci sia la possibilità di lavorare da casa). Inoltre, le misure già in parte previste nel Decreto-legge n. 14/2020 recante “Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19” debbono essere rafforzate e rese obbligatorie, stabilendo il dovere, e non la facoltà per gli enti locali di fornire assistenza e supporto alle persone in condizione di disabilità.

Le associazioni nazionali di categoria e in particolare UICI con le sue 21 sedi regionali, 107 territoriali, sottosezioni e Istituzioni collegate, in queste settimane così convulse, stanno svolgendo un ruolo di presidio informativo e di sostegno psicologico e operativo a supporto e spesso in supplenza delle Istituzioni Pubbliche, ma cominciano a essere allo stremo delle forze.

Per fare fronte a questa situazione sarebbe decisivo istituire una unità di coordinamento permanente da organizzare d’intesa con le associazioni più rappresentative deputata alla gestione quotidiana e alla identificazione dei bisogni e delle esigenze delle persone con disabilità. Altrettanto fondamentale lo stanziamento di risorse dedicate sia per le Associazioni sia per voucher erogati dallo Stato dei quali fruire per il necessario supporto dei volontari che oggi mancano.

“Le emergenze sanitarie richiedono misure drastiche ma come Associazione rappresentativa dei ciechi e degli ipoventi italiani sentiamo il dovere di porre in evidenza le criticità di questo momento e metterci a disposizione delle Istituzioni per individuare e attuare insieme le giuste soluzioni – dichiara il Presidente nazionale Mario Barbuto – Quest’anno ricorre tra l’altro il Centenario della nostra fondazione che torneremo a celebrare in decine di città italiane appena questo incubo sarà passato. Un appuntamento che ripercorre cento anni di battaglie che i ciechi hanno condotto per guadagnarsi diritti elementari come la cura, l’istruzione, il lavoro…la vera inclusione sociale”

Fonte: http://www.vita.it/it/article/2020/03/13/unione-italiana-ciechi-e-ipovedenti-2-milioni-di-disabili-a-rischio-ab/154429/