Articolo pubblicato su informareunh.it il 14 settembre 2021

La creazione della “Piattaforma unica nazionale informatica del contrassegno unificato disabili europeo” (CUDE) consente alle persone con disabilità di presentare al proprio Comune di residenza la richiesta del codice univoco associato al CUDE. La versione digitale del CUDE ha il duplice vantaggio di dispensare le persone con disabilità dal dover verificare le modalità di accesso alle ZTL dei Comuni diversi dal proprio in cui intendono recarsi, e di consentire loro di circolare liberamente nei Paesi dell’Unione Europea (mentre prima poteva accadere che alcuni Stati non riconoscessero la validità dei documenti cartacei italiani).

Il 15 settembre 2012 era stato introdotto in Italia il nuovo contrassegno di parcheggio per disabili, di colore azzurro, che aveva sostituito quello arancione, ed era conforme al “contrassegno unificato disabili europeo” (CUDE) previsto dalla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea 98/376/CE, ed è valido anche negli altri Paesi aderenti all’Unione europea. Ma in realtà la versione cartacea del contrassegno non aveva semplificato la vita delle persone con disabilità come avrebbe dovuto, obbligandole a registrarsi ogni volta che dovevano entrare in una ZTL (zona a traffico limitato) fuori dal proprio Comune. Ora l’iter che prevede la creazione di una banca dati unica dei CUDE è stato completato dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (di concerto con Economia ed Interno) del 5 luglio 2021 (Istituzione della piattaforma unica nazionale informatica dei contrassegni unici).

La “Piattaforma unica nazionale informatica del contrassegno unificato disabili europeo” si trova nell’Archivio nazionale dei veicoli tenuto dalla Motorizzazione, e dovrebbe sostituire le banche dati dei singoli Comuni. La versione digitale del CUDE ha il duplice vantaggio di dispensare le persone con disabilità dal dover verificare le modalità di accesso alle ZTL dei Comuni diversi dal proprio in cui intendono recarsi, e di consentire loro di circolare liberamente nei Paesi dell’Unione Europea (mentre prima poteva accadere che alcuni Stati non riconoscessero la validità dei documenti cartacei italiani).

Per ottenere il CUDE digitale la persona con disabilità deve presentare al proprio Comune di residenza la richiesta del codice univoco associato al CUDE. Questa procedura può essere effettuata anche per via telematica, tramite lo Spid o la carta d’identità digitale. Quindi deve compilare un apposito modulo previsto nel Decreto Ministeriale, indicando, «secondo un criterio di priorità di preferenza, il numero di targa di uno o più veicoli, fino ad un massimo di due», che intende utilizzare per muoversi.

La circostanza che il CUDE sia personale consente alla persona titolare di fruirne su qualsiasi veicolo abbia a disposizione, ma quando viaggia su un veicolo che non aveva registrato, deve comunicarne di volta in volta la targa, inde evitare che le arrivino multe per infrazioni rilevate da sistemi automatici.

Ricevuta la richiesta, il Comune inserirà i dati, aggiornando la piattaforma unica. Il Centro Elaborazione Dati (CED) della Motorizzazione genererà il codice univoco e da quel momento il CUDE diventa operativo. Poiché la piattaforma sarà aggiornata anche con il collegamento automatico tra il CED e l’ANPR (Anagrafe nazionale della popolazione residente), sarà più difficile commettere abusi come, ad esempio, l’utilizzo del contrassegno di una persona defunta. (Simona Lancioni)

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